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L’Italia e la risposta globale alla pandemia Covid-19

1. La pandemia di Covid-19 ha profondamente scosso lo scenario globale nell’arco di quattro mesi. In poco più di 130 giorni dalla dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica di rilievo internazionale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), intervenuta lo scorso 30 gennaio, la comunità internazionale ha avviato un composito processo per la risposta multidimensionale alla pandemia, scandito da una significativa sequenza di Vertici e nuove iniziative internazionali che hanno inteso offrire, in un quadro multilaterale, un approccio di risposta globale, coordinato e cooperativo alla crisi, incluso in termini di sostegno ai Paesi più fragili ed in via di sviluppo.

L’approccio di risposta globale e multilaterale alla pandemia e alla crisi scaturitasi, di cui l’Italia è stata convintamente e proattivamente sostenitrice, si è delineato a partire dal Vertice straordinario del G20 (26 marzo) ed i suoi seguiti, dal lancio dell’alleanza internazionale e dell’Acceleratore ACT-Access to Covid-19 Tools (24 aprile), dall’adozione di due Risoluzioni dell’Assemblea Generale ONU in materia di solidarietà globale e cooperazione internazionale, dal successo della “Coronavirus Global Response Pledging Conference” (4 maggio) promossa dalla Presidente della Commissione Europea di concerto con l’Italia e gli altri membri dall’alleanza internazionale, dalla Risoluzione promossa dall’Unione Europea e dagli Stati Membri, adottata durante la 73^ Assemblea Mondiale della Salute (WHA-18,19 maggio), e, da ultimo, con il successo del “Global Vaccine Summit” (4 giugno) per il rifinanziamento dell’Alleanza GAVI per i vaccini e l’immunizzazione ed il lancio della nuova “Covax Facility”.

In questo contesto l’Unione Europea, di cui l’Italia è uno dei paesi fondatori e tra i principali finanziatori, ha confermato la volontà di proporsi quale attore e facilitatore globale nella risposta internazionale, come dimostrato, tra l’altro, dal ruolo propositivo svolto nella delicata gestione del negoziato della risoluzione “Covid-19 response” dell’Assemblea Mondiale della Salute, nonché dalla leadership assunta nell’ambito della “Coronavirus Global Response” ed i seguiti assicurati tramite la facilitazione della neo-costituita governance dell’Acceleratore ACT e dell’alleanza internazionale (in aggiunta all’iniziativa di cooperazione “Team Europe”).

L’Italia è stata tra i primi e più attivi Paesi ad aver promosso la costituzione di meccanismi multilaterali di coordinamento e collaborazione globale per la risposta alla pandemia di COVID-19, a partire dalla proposta di costituire un’alleanza internazionale per la ricerca del vaccino e per la risposta sanitaria al COVID19, presentata in primis dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale on. Luigi Di Maio tanto in ambito G7 quanto al Segretario Generale delle Nazioni Unite ed al Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il contributo italiano alla costruzione della risposta globale ed il ruolo profilato dell’Italia sono stati tanto riconosciuti quanto confermati dall’alto livello di coinvolgimento italiano nei vari formati e fori di confronto, decisionali e di costruzione delle summenzionate iniziative, in particolare in virtu’ degli interventi ed annunci del Signor Presidente del Consiglio negli appuntamenti chiave del 24 aprile, 4 maggio, 19 maggio e 4 giugno scorsi già menzionati e dell’evento di alto livello ONU sul finanziamento per lo sviluppo nell’era del Covid-19 del 28 maggio scorso. A ciò si aggiunge anche l’efficace sensibilizzazione realizzata sul piano delle conseguenze della pandemia sulla sicurezza alimentare globale, attraverso le iniziative intraprese tramite una “Food Coalition” in ambito FAO e nel contesto del Gruppo di Amici sulla sicurezza alimentare e nutrizione alle Nazioni Unite a New York.

2. In virtù di tale mobilitazione, a cui si è aggiunta la prospettiva della prossima Presidenza del G20, l’Italia è rientrata nel ristretto gruppo di Paesi-guida dell’Acceleratore “ACT – Access to COVID-19 Tools” per la risposta sanitaria al COVID-19, e dell’alleanza internazionale di Paesi che lo sostengono, composta anche dalla Commissione Europea, Francia, Germania, Spagna, Arabia Saudita, Canada, Giappone, Norvegia, Regno Unito. A seguito del lancio dell’acceleratore e dalla Conferenza di finanziamento del 4 maggio sono stati raccolti 9,8 miliardi di euro per il finanziamento complessivo dell’iniziativa (di cui 2,3 per l’accelerazione sulla ricerca ed equa distribuzione del vaccino) e per azioni complementari in materia di rafforzamento dei sistemi sanitari nei Paesi più fragili. L’Italia ha attualmente complessivamente contribuito con 401 milioni di euro, inclusi 91,5 milioni di euro per il sostegno agli organismi e strumenti multilaterali dedicati al Covid-19 (CEPI, GAVI, OMS e Fondo Globale; escluse risorse GAVI aggiuntive e non relative al Covid-19 annunciate durante il “Global Vaccine Summit” del 4 giugno scorso), 87 milioni di euro per iniziative di sostegno ai sistemi sanitari dei Paesi fragili ed in via di sviluppo, a cui si aggiungono anche 122,5 milioni di euro di risorse per bandi nazionali di ricerca e innovazione per la risposta al Covid-19 indirizzati ad enti ed istituzioni italiane.

L’Acceleratore, suddiviso tematicamente in tre settori di intervento ed altrettanti “partenariati” (vaccino, terapie, diagnostica), costituisce la più strutturata piattaforma di collaborazione globale per la risposta sanitaria al virus, concordata tra i Paesi membri dell’alleanza, gli organismi di salute globale (OMS, CEPI, GAVI, Fondo Globale, etc.), il settore filantropico (Fondazione Bill e Melinda Gates, Wellcome Trust) ed il settore privato (tramite il World Economic Forum e l’industria farmaceutica aderente ai principi dell’acceleratore).

L’Acceleratore ha costituito un ‘ecosistema’ in cui sono stati collegati i principali attori ed iniziative per ottenere, da una parte, la concentrazione delle risorse pubbliche e private investite su vaccini, terapie e diagnostica e, dall’altra, anticipare strategie e modalità di intervento volte a risolvere le complessità delle varie fasi (ricerca, sviluppo, produzione, accesso, distribuzione) secondo modelli quanto più possibili collaborativi e coordinati, ispirati al principio dell’universale ed equa distribuzione e del riconoscimento delle scoperte quali “beni pubblici globali”. L’Acceleratore prediligerà il “pooled procurement” tra Paesi, differenziando un possibile meccanismo tra Paesi ad alto reddito membri dell’alleanza e dell’Unione Europea ed un secondo meccanismo, il cui finanziamento è già stato attivato tramite il GAVI-Advance Market Commitment (AMC) che ha visto tra i primissimi l’annuncio del contributo italiano di 79,4 milioni di dollari, per l’equa distribuzione del vaccino nei Paesi in via di sviluppo.

Sul fronte del vaccino, 11 dei 224 vaccini in fase di ricerca (numero raddoppiato nel corso dell’ultimo mese: 42% localizzati in Nord America, 22% Europa, 19% Cina, 16% Australia e resto dell’Asia, 1% Sud America) appaiono ad uno stato particolarmente avanzato (Test clinici su esseri umani, fase 1 o fase 2, in corso) e, circa la metà di questi, ha ricevuto ingenti risorse pubbliche tramite il finanziamento internazionale garantito dalla Coalizione CEPI – Coalition for Epidemic Praparedness Innovations, finanziata anche dall’Italia, che ha sviluppato e gradualmente fatto sottoscrivere, nell’ambito delle iniziative dell’Acceleratore ACT e della “Covax Facility – Covid-19 Global Access Facility”, accordi di equa distribuzione con gli enti di ricerca e case farmaceutiche beneficiarie (tra queste Curevac, Inovio, Moderna, Novavax, Universita’ Queensland, Univerista’ di Hong Kong, Oxford/AstraZeneca, Pasteur, Clover; alcune delle quali anche in collaborazione con enti di ricerca e produzione italiani), che includono la distribuzione del numero di dosi di vaccini equivalente alle risorse pubbliche internazionali ricevute tramite la Covax Facility e, in alcuni casi, la clausola “no-profit”.

3. Per quanto riguarda il ruolo dell’OMS, l’Italia in piena sintonia con l’Unione Europea e gli Stati Membri, ha promosso, nell’ambito della Risoluzione adottata per consenso dalla 73^ Assemblea Mondiale della Salute, l’opportunita’ di rafforzare la cooperazione internazionale in tutti i settori di intervento in questa fase ancora critica della pandemia, incluso il ruolo dell’Organizzazione, che sta svolgendo funzioni fondamentali, ad esempio, nel sostegno ai Paesi fragili ed in via di sviluppo (incluse, grazie al sostegno dei donatori internazionali tra cui l’Italia al Piano Strategico di Preparazione e Risposta-SPRP ed in raccordo con il resto del Sistema ONU, operazioni logistiche in 135 Paesi per un totale di 251 milioni di equipaggiamenti sanitari e di rafforzamento dei sistemi sanitari per prevenzione, diagnostica e terapeutica) e nell’accelerazione dei protocolli di coordinamento in materia di ricerca e sviluppo (“Solidarity Trials” con 100 Paesi, lancio acceleratore ACT e “R&D Blueprint”).

L’Italia sostiene pienamente quanto disposto dalla Risoluzione OMS, incluse le disposizioni per la continuazione del lavoro tecnico-scientifico (in particolare tra OMS, FAO, OIE in raccordo con i Paesi Membri) sulle fonti zoonotiche del virus e le sue modalità di trasmissione sull’essere umano, nonché’ sull’avvio, non appena possibile e a partire dai meccanismi esistenti, di una valutazione indipendente sull’efficacia della risposta internazionale coordinata dall’OMS secondo quanto disposto dai Regolamenti Sanitari Internazionali del 2005, quali protocolli sanitari internazionali vigenti, al fine di elaborare eventuali raccomandazioni volte al miglioramento del sistema.

4. Al termine della “Fase 1” della mobilitazione internazionale per la costruzione di una risposta globale e coordinata, emerge l’urgenza, nella “Fase 2”, di rendere pienamente effettivi gli strumenti concordati e chiarirne i principi d’ingaggio per confermare il valore del “multilateralismo efficace” a fronte del competitivo unilateralismo selettivo di alcuni Paesi o dell’emergere di parallele e non esclusive fughe in avanti di gruppi o singoli Paesi. Il settore della risposta sanitaria al Covid-19, ed in particolare la corsa verso lo sviluppo del vaccino e le modalità per la sua equa distribuzione universale, costituiscono in questo senso una prova decisiva ed epocale.

Al fine di chiarire meglio gli orientamenti dell’Italia e valorizzare il ruolo ed il contributo svolto a sostegno di una risposta globale e coordinata al Covid-19, si riportano di seguito le posizioni assunte in forma sintetica.

Sulla risposta multilaterale e i contributi dell’Italia

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